Nuova ambulanza a Sadali: in Sardegna la rete sociale Anas cresce ancora ed investe in sicurezza e soccorso

Un Fiat Ducato nuovo di concessionaria e allestito per il servizio di emergenza: è l’orgoglio dei soccorritori di Sadali, affiliati alla rete sociale Anas, e della popolazione del piccolo comune barbaricino al centro della Sardegna. Festa grande in Municipio con la sindaca Barbara Laconi e la protezione civile Prociv guidata da Efisio Pilia. “Grazie alla collaborazione ormai decennale tra i soccorritori sanitari e i nostri amici della protezione civile”, ha detto Claudio Cugusi, numero uno di Anas in Sardegna, “siamo qui a festeggiare un altro piccolo successo. In una Sardegna dove la sanità territoriale è ai minimi termini, in un’Isola dove chi non vive in città non gode dei servizi sanitari a volte anche minimi, arrivano comunque e per fortuna segnali opposti e positivi. Questo presidio garantisce la sicurezza delle popolazioni di Sadali, Seulo ed Esterzili e spesso interviene anche in Ogliastra.

Soddisfatta la prima cittadina, Barbara Laconi, che ha annunciato il via libera per la costruzione nel territorio di Sadali della pista per l’atterraggio anche notturno dell’elicottero del 118. “E’ un progetto costoso ma stiamo trovando le risorse finanziarie e presto metteremo a gara i lavori. Per tutto il territorio, non soltanto per Sadali, si tratta di un presidio di sicurezza fondamentale”.

La commozione è scesa in sala quando Daniele Mureddu, il giovane presidente di Sardegna soccorso Sadali, ha annunciato che il nuovo mezzo di soccorso sarà dedicato alla cugina Michela, una paziente di Lanusei scomparsa a diciotto anni per una malattia rara. La madre di Michela ha ricordato questa ragazza buona e generosa, che amava la vita, studiava e sognava di prendere il diploma. Ma la scienza non ha trovato medicine sufficienti per consentirle di vivere con la sua malattia rara”. E il diploma, così, non è arrivato. “Il ricordo di Michela”, ha detto Mureddu, “il suo buon esempio cammineranno con noi da oggi nelle strade della Barbagia, in queste comunità piccole e ospitali dove noi della rete Anas ci sentiamo a casa nostra”. (a.f.)

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